Gli Ulivi Del Salento: Piante Secolari

I secolari ulivi del Salento, che spesso caratterizzano le meravigliose masserie salentine, sono tra le maggiori attrazioni per tutti i turisti che pianificano un viaggio nella nostra amata Terra in qualunque periodo dell’anno.

Gli ulivi, alberi sempreverdi la cui attività vegetativa è continua, sono presenti in gran quantità in tutto il Salento, dove è possibile ammirarvi i più antichi uliveti pugliesi, con alberi millenari che sono la dimostrazione più visibile del tempo che fluisce in modo lento e graduale in questo lembo di terra.

Alcuni alberi di ulivo in Puglia sfoggiano infatti una storia di oltre mille anni!

Gli ulivi salentini sono indubbiamente gli elementi distintivi del territorio e della storia del patrimonio di questa località magica.

Storia degli Ulivi del Salento

La leggenda narra che siano stati i Greci a introdurla nel Salento, infatti la pianta dell’ulivo era sacra alla dea Atena.

Un’altra narrazione asserisce che la colomba portò un ramoscello di ulivo a Noè per annunciargli la fine del diluvio universale.

Si è comunque constatato che le piante originarie di ulivo abitavano sull’isola di Creta fin dal 4000 a.C. e che in seguito i cretesi le hanno esportate in tutto il Mediterraneo e soprattutto in Salento, a causa dell’habitat favorevole grazie alla terra rossa e alla roccia calcarea.

La Ricchezza degli Ulivi del Salento

Nel solo Salento si sono censite dieci milioni di piante, di cui almeno tre milioni sono ultra centenarie. Per questo motivo l’ulivo nel Salento è stato riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Con questi numeri è facile capire quanto la gente del luogo abbia faticato per tenerli in buono stato ricevendone per contro il suo oro, l’olio extravergine di oliva, il migliore del nostro Paese. La qualità dell’olio è eccelsa, complice la vicinanza con il mare e la fertilità della terra.

Ma l’ulivo non è solo olio, è anche legna da ardere che riscalda i focolai domestici nelle notti d’inverno, ha dato vita a decine di mestieri come le otri in terra cotta per poterlo conservare, dai succhioni intrecciati si son fatti panari per la raccolta delle olive nel Salento, le fronde hanno acceso i forni in pietra per fare il pane e così via…

Quanto più invecchia più si contorce, auto lesionandosi per offrire riparo agli animali selvatici. E come per le impronte digitali, è impossibile trovarne due identici.

Spesso il tronco dell’ulivo salentino assume forme umane a mo’ di sculture naturali accrescendo la magia di questa incredibile pianta: la gente del luogo è convinta che si tratti della sua anima.

Poeti e scrittori ne hanno cantato la bellezza magari all’ombra del sole di Agosto. Se potessero parlare, ci racconterebbero la vera storia di questa terra incantata, con gli usi, i costumi, e gli amori che per secoli hanno ruotato intorno a questo albero che ci ha dato tutto, non chiedendo mai niente in cambio.

Dove si trovano i Secolari Ulivi del Salento?

Alcuni dei più celebri ulivi del Salento sono nella zona di Visciglito, nelle campagne di Strudà: La Testa, Il Serpente, La Cascata. Essi si distinguono per la loro forma e le loro linee particolari e hanno un’altezza superiore a 10 metri e un diametro di circa tre metri.

Nella graziosa frazione di Melendugno, sorge l’ulivo più antico del Salento, l’ulivo di Borgagne.  Esso è nato più di 3000 anni fa e produce il buonissimo olio d’oliva di Terra d’Otranto certificato DOP.

In agro di Vernole, abbiamo l’albero d’ulivo ribattezzato “La Regina”.  Divenuto super popolare nel 2012 grazie a Michelle Obama, alla quale il Salento ha dedicato l’ulivo, è una maestosa pianta ultramillenaria con circa 1400 anni di vita e con una circonferenza di base di circa 14 metri.

A Tricase Porto si trova la famosa Quercia Vallonea, la quale ha un’età di oltre 900 anni. Essa presenta una chioma di 700 metri quadrati e un’altezza di oltre 20 metri. Secondo alcune leggende del posto, sotto quest’imponente ulivo di Tricase trovò riparo il re Federico II, re di Sicilia.

Gli Ulivi del Salento Malattia

L’ulivo è dunque la fonte di maggior guadagno per l’agricoltura salentina ed è una pianta ostile alle avversità e poco incline alle malattie.

Nonostante ciò, in condizioni climatiche sfavorevoli può essere infettata da funghi e batteri, che causano, oltre a considerevoli perdite di produzione, anche gravissimi problemi all’uliveto. Questi batteri sono la rogna e la Xylella, la quale ha deteriorato gli ulivi pugliesi negli ultimi dieci anni.

In realtà, la Xylella non è l’unica causa della malattia degli olivi in Salento. La malattia più pericolosa, chiamata Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo, è nata a causa di criticità ambientali, che hanno comportato l’aridità del suolo.

Queste criticità sono più gravi nelle zone centrali del Salento, dove la desertificazione è più visibile rispetto ad altri territori della Puglia. L’evento catastrofico ha rovinato in maniera quasi insanabile grandi distese di piantagioni e al momento sembra che non ci siano cure valide per arrestare questa rovina ecologica.

‘Salviamo gli ulivi del Salento’ è una petizione nata da un gruppo Facebook che ha l’obiettivo di sviluppare una maggiore mobilitazione sociale e civile per chiedere alle istituzioni azioni rapide e tempestive per affrontare l’emergenza climatica, accanto ad un’opera di riorganizzazione ecologica del territorio salentino.

ulivi del salento
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E’ indispensabile quindi, sviluppare modelli agricoli a basso impatto ambientale e fare in modo che la nuova generazione non danneggi in modo irreparabile quel che la natura ci ha donato.

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